ROMA ARCHEOLOGICA & RESTAURO ARCHITETTURA 2021. ROME JOURNAL – Colorful Characters Lurk Around Monuments – Vittorio Sgarbi & Chiara Ferragni – Even Mussolini was not this F**KING stupid! The Corriere Della Sera (12/06/2021) & The NYT (29/06/2001): A4. Foto: Maria Rosaria / Twitter (13/06/2021).

Foto: Vittorio Sgarbi; in Maria Rosaria / Twitter (13/06/2021).

1). ROMA – Sgarbi: «Ferragni agli Uffizi? Ha fatto bene, ha desacralizzato l’arte». The Corriere Della Sera (12/06/2021).

Il critico d’arte a tutto campo: le mostre oggi, il contemporaneo che non guarda al passato e «le specializzazioni del curatore indipendente, figure ignoranti come capre»

Tintoretto o i Bronzi di Riace non sono come il tonno in scatola. Non scadono. «Il tempo è una limitazione ideologica», dice Vittorio Sgarbi, presidente del Mart. Che in nome della contemporaneità dell’arte tutta, ha messo sullo stesso piano quella di ieri e quella di oggi in un cartellone che è lo specchio esatto del suo essere. Un gioco di sconfinamenti. Di folgoranti quanto spericolate, spregiudicate liaisons dangereuses. Come le due mostre che prendono le mosse da Raffaello e Botticelli.

Con lei il Mart ha cambiato pelle.
«Ho cercato di dargli uno choc passando da mostre settoriali, come quella di Richard Artschwager, a quei dialoghi tra antico e contemporaneo da me inaugurati con Caravaggio e Burri affini per rottura di linguaggi».

Una nuova provocazione?
«Al contrario. Un museo come il Mart non può occuparsi soltanto degli artisti di moda; cercare le connessioni e la contemporaneità dei grandi maestri è il modo per essere più popolari e universali, oltre a giovare alla stessa arte contemporanea».

In che modo?
«Da Achille Bonito Oliva in avanti, la critica ha innalzato una specie di muro di Berlino tra passato e presente; sono nate le specializzazioni del curatore indipendente, del critico militante: tutte figure ignoranti come capre, che si sono occupate solo di quelli nati con loro. Il male dell’arte contemporanea è stato proprio questo: negare il passato come se non fosse importante per guardare soltanto avanti».

In quella prima mostra ha affiancato Caravaggio anche a Pier Paolo Pasolini.
«Non per azzardo. Quando a Bologna, alle lezioni di Roberto Longhi, Pasolini conosce Caravaggio diventa per lui un modello. Il chiaroscuro della vita dell’uno è il chiaroscuro della vita dell’altro. E i borgatari di Pasolini sono identici ai tipi di Caravaggio. Il Ragazzo morso da un ramarro è avvicinabile al volto di Ninetto Davoli, il Bacchino malato ha la stessa faccia macerata di Franco Citti e l’Amor vincit omnia la medesima aria beffarda di Pino Pelosi».

Adesso lei propone Raffaello e Botticelli filtrati dai maestri del Novecento…
«Il centenario di Raffaello ha innescato l’occasione per meditare su quanto la sua eredità fosse presente nella ricerca di un pictor optimus come de Chirico, di un pittore universale come Picasso e di un pittore geniale come Dalí; una dimostrazione per operas della perennità di un grande artista che si ritrova negli artisti grandi del secolo che abbiamo vissuto. Botticelli è stato un ardimento e un divertimento: verificare tutte le volte che è stato il riferimento ideale alla Bellezza, da Anita Ekberg nella Dolce vita alla Venere degli stracci di Pistoletto passando per la Ferragni».

Cosa c’entra Ferragni?
«C’entra con la visita agli Uffizi su invito di Eike Schmidt, che tutti hanno criticato e io no. Lei non li ha desacralizzati, bensì avvicinati a persone, giovani soprattutto, che magari degli Uffizi e Botticelli avevano in mente solo il nome e niente più».

Quello dei dialoghi a distanza sarà il nuovo format espositivo del Mart?
«Sì. Un filone che continua con Canova in dialogo con Mapplethorpe, Weston, Newton sull’idea della bellezza perfetta. La mostra apre il 3 dicembre e anticipa l’anno canoviano del 2022 (in cui ricorre il bicentenario della morte dello scultore, ndr)».

C’è una mostra «impossibile», che sogna da tempo?
«No. Adatto le mostre alle mie possibilità. E se ci sono difficoltà insormontabili, come trovare troppo denaro, rinuncio».

Quali rassegne hanno segnato il suo percorso?
«La ricerca dell’identità a cura di Gianfranco Bruno del 1974 e, pochi anni prima, Natura ed espressione nell’arte bolognese-emiliana, mostra sgarbiana ante litteram, in cui Francesco Arcangeli collega Wiligelmo a Pollock, cioè lo spirito del medioevo al più grande autore contemporaneo».

L’arte è strumento di conoscenza o di felicità?
«Di conoscenza senza dubbio, di felicità episodicamente. Felicità è per me la scoperta di opere e artisti nuovi e la conoscenza, in fondo, è la stessa cosa; quindi direi che, in sostanza, coincidono».

Fonte / source:

— The Corriere Della Sera (12/06/2021).
https://www.corriere.it/cronache/21_giugno_12/sgarbi-polemica-arte-290e3f8a-cb87-11eb-ab13-840e0d149d7d.shtml

Fonte/ source, foto:
—Vittorio Sgarbi; in Maria Rosaria / Twitter (13/06/2021).
https://twitter.com/MariaRo99325323/status/1404122101104230402

S.v.,

Foto: The NYT (29/06/2001): A4.

ROMA ARCHEOLOGICA & RESTAURO ARCHITETTURA 2020. Roma, Vittorio Sgarbi candidato sindaco per il 2021. «La Raggi è una calamità naturale». Il Messaggero (12/10/2020). S.v., THE SUNDAY TELEGRAPH (22 July 2001) & the NEW YORK TIMES (29 June 2001): A4 [in PDF]

2). ROME JOURNAL – Colorful Characters Lurk Around Monuments – Vittorio Sgarbi. The NYT (29/06/2001): A4 [in PDF]. https://wp.me/pbMWvy-J3